Intervista a Matteo Mezzaro del ristorante Ai Porteghi Bistrot
Nel cuore pulsante di Padova riapre rinnovato, bello, moderno e accogliente. La sua cucina emotiva seduce occhi e palato. Dove? Ai Porteghi Bistrot
“Ho deciso di cimentarmi in un’attività tutta mia, dove poter sviluppare una cucina del territorio rispettosa delle stagioni e priva di eccessi.”
Accademia delle Professioni con l’editoriale “La Guida”
supporta e sostiene allievi e clienti che hanno intrapreso un progetto imprenditoriale.
Matteo, come nasce Ai Porteghi Bistrot?
Ad ottobre 2019 lascio il mio ruolo di capo partita alle Calandre per intraprendere un viaggio in solitaria. Il mio bagaglio di esperienze diviene il primo mattone su cui costruire un’attività tutta mia, le cui solide fondamenta sono frutto di anni di viaggi, lavoro e sfide. Decido di dare un taglio tutto personale e di utilizzare il meglio di me, tutto il meglio che ho appreso e carpito lungo questi anni desidero trasmetterlo ai miei clienti.
Ai Porteghi Bistrot nasce da un percorso, è un sogno diventato realtà.
Sono Matteo, ho un diploma di perito tecnico industriale. La mia vera indole, tuttavia, sboccia inaspettatamente e lascia spazio ad un talento che oggi è la mia più grande soddisfazione. Dopo la Qualifica del Corso per Cuoco in Accademia, ho trovato la mia strada e, in verità, di vie ne ho battute molte, oltrepassando anche oceani e continenti.
La cucina di Baessato (Pd) mi vede muovere i primi passi, e continuo nella formazione, fino a quando mi affaccio e guardo con curiosità ai ristoranti stellati. E’ la volta de La Peca dei fratelli Portinari, scendo poi verso i dolci pendii vicentini per affiancare lo Chef Alessandro Degan de La Tana e, infine, salgo sull’aereo che mi porta dritto a Londra per svolgere uno stage da Heston Blumenthal.
Torno in Italia ed entro a far parte della famiglia Perbellini: parto da Casa Perbellini di Verona, passo per la Locanda Bistrot ad Hong Kong per giungere in Bahrein a seguire l’apertura de La Pergola.
Un iter grazie al quale oggi mi sento pronto a camminare sulle mie gambe.
Cosa vi rende unici?
Stupore. La nostra mission è creare sorpresa nel cliente, fargli vivere nuove emozioni e, attraverso i miei piatti, portarlo a scoprire sapori già ben noti ma su cui non si era realmente mai soffermato prima. Sulla scia di questo, nasce la mia idea di cucina per “Ai Porteghi Bistrot”: creo con semplicità -che non significa banalità- nel rispetto dei prodotti che le stagioni e il territorio mi offrono. Propongo ai miei clienti una materia prima scelta con cura e preparata secondo tecniche precise acquisite nel tempo.
All’interno di ciascun piatto risiedono la mia etica e la mia idea emozionale che porgo a ciascuno entri nel mio locale. La mia cucina si basa sulla tradizione veneta padovana e applico le mie competenze donando un tono diversificato, ma senza stravolgimenti.
Inoltre, abbiamo una carta dei vini con diverse etichette francesi. Io e il sommelier abbiamo scelto cantine di piccoli produttori, talvolta anche a conduzione familiare, perché le poche bottiglie che mettono sul mercato hanno una preziosità e un valore intrinseco particolari.
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