Dagli studi in Biotecnologia a imprenditrice. Intervista a Francesca Murano di La Dolce Bottega
Dare una svolta alla propria vita per inseguire un sogno richiede molto coraggio. Francesca Murano ce l’ha fatta: ora è titolare della sua pasticceria-gelateria, La Dolce Bottega.
“ Aprire un’attività in proprio è un passo coraggioso. Crederci è fondamentale, in sè stessi e nelle proprie capacità, come lo è riconoscere i propri traguardi e saperli apprezzare. Qualche volta è bello battersi una mano sulla spalla. ”
Accademia delle Professioni con l’editoriale “La Guida”
supporta e sostiene allievi e clienti che hanno intrapreso un progetto imprenditoriale.
Francesca, come nasce la tua passione per la Pasticceria?
Sono una ragazza di 28 anni di San Martino Buon Albergo in provincia di Verona. Ho un diploma in lingue, e dopo la maturità ho deciso di intraprendere un percorso universitario in Biotecnologie per poi tentare di approdare a Medicina. Ammetto però che, ad un certo punto del mio percorso, mi sono resa conto che non era quello che volevo fare, mi sentivo incompleta, non ero al cento per cento soddisfatta di quello che stavo facendo.
Sin da piccola ho avuto una grandissima passione, quella per la cucina. Mia nonna ci ha sempre fatto trovare la tavola imbandita, piena di leccornie salate e dolci, per soddisfare i nostri palati. Spesso ci chiedeva di aiutarla a preparare gli impasti, a tagliare le verdure, ma la cosa che preferivo era poterla aiutare con le ricette dolci. Anche quando ero impegnata con lo studio universitario, passavo i miei pomeriggi a studiare video su youtube, leggere libri di pasticceria, realizzare ricette conosciute, sperimentarne di nuove, improvvisarne altre. Il mio primo vero laboratorio è stata la cucina di mia madre. La mia passione era talmente forte che, appunto, dovevo farla diventare il mio lavoro.
Così, chiuso il percorso universitario, ho iniziato a lavorare come commessa per mantenermi, e nel frattempo cercavo un corso che potesse darmi la professionalità che cercavo, ma che allo stesso tempo fosse in linea con gli orari del mio lavoro.
Accademia delle Professioni di Verona offriva proprio il corso che faceva al caso mio, il Corso per la Qualifica di Pasticcere. Mi sono detta “ora o mai più”, le cose vanno fatte di pancia, si devono sentire, se no non ne vale la pena. Così ho preso tutto il coraggio che avevo e mi sono iscritta.
Com’è stata la tua esperienza in Accademia?
A novembre 2015 ho intrapreso il mio percorso in Accademia, per concluderlo con grande soddisfazione l’anno seguente. Proprio in quell’anno poi, c’è stato l’avvicendarsi tra due grandi pasticceri e docenti: Giorgio Grigoli è subentrato al posto di Alessandro Nicolis; così ho avuto la possibilità di imparare da entrambi e sperimentare due diverse impronte di pasticceria. Nicolis era improntato sulla pasticceria da ristorazione, quindi attento al minimo dettaglio, impiattamento e presentazione; mentre Grigoli, con 40 anni di esperienza in pasticceria, più meccanico, veloce, attento all’estetica omogenea delle preparazioni.
Da entrambi ho davvero imparato molto.
Mi ricordo la prima lezione di Grigoli: è entrato in classe e ci ha assegnato subito una consegna, ovvero realizzare in esattamente tre ore, non un minuto di più, varie preparazioni. Questo metodo ha aiutato me e i miei colleghi ad essere in grado, sin dall’inizio, di gestire le grandi quantità, a lavorare secondo i giusti tempi e a fare un lavoro preciso e pulito. A Grigoli devo davvero molto per quanto concerne la mia sicurezza in laboratorio.
Un grande valore aggiunto del Corso per Pasticcere frequentato in Accademia, erano le ore di stage formativo, che io ho svolto presso la Pasticceria Tosi, pasticceria storica del mio paese natale, San Martino Buon Albergo. Qui ho potuto davvero mettermi in gioco, ho migliorato enormemente la mia manualità, ho imparato a gestire le tempistiche e a rispettarle, come lavorare al meglio le materie prime, e soprattutto come evitare di sprecarle. Hanno creduto in me e mi hanno lasciato molta libertà d’azione, ho potuto sperimentare e ciò ha fatto loro conoscere le mie capacità, che li ha portati a proseguire il nostro rapporto anche dopo lo stage.
Come nasce La dolce Bottega?
Dopo il diploma in Accademia, ho continuato a fare esperienza in altre due famose pasticcerie di Verona: Cordioli e Dall’Omo. Qui mi sono resa conto che avere una qualifica professionale di Pasticcere, diverse competenze alle spalle e una certa consapevolezza delle proprie capacità è fondamentale per poter trovare lavoro in questo campo, soprattutto per una donna.
Credere in sé stessi e avere coraggio sono due cose che reputo necessarie per poter raggiungere i propri obiettivi nella vita. Tenendo questo a mente, sono riuscita ad aprire, il 19 Aprile dell’anno scorso, la mia attività: La Dolce Bottega, nella piazza principale del mio paese, San Martino Buon Albergo – Verona. Assieme al mio socio, mio cugino, il primo vero fan della mia cucina, il primo che ha creduto in me e che mi ha sostenuto, ho aperto una pasticceria-gelateria nella quale stagionalità freschezza delle materie prime sono la nostra forza.
Cosa contraddistingue la tua attività?
Ricerchiamo materie prime orgogliosamente made in Verona. La stagionalità è il nostro motto (e il nostro forte). Scegliamo solo ingredienti di stagione, senza coloranti o additivi.
La Dolce Bottega è sia gelateria che pasticceria, nel periodo estivo si punta tutto sul gelato; autunno e inverno invece oltre al gelato si trovano molto prodotti di pasticceria fresca, secca italiana e qualche particolarità della pasticceria Americana (cupcakes e minicupcakes).
Sono davvero fiera di quello che sono riuscita a costruire: un piccolo gioiello di 30m2 : il locale si trova in una zona centrale, a fianco al locale del famoso pizzaiolo Renato Bosco, in cui c’è un bel passaggio e la possibilità di invogliare i passanti è grande. Aprire un’attività in proprio è un passo coraggioso, oltre la burocrazia, ci si rende conto di essere gli unici veri responsabili dal punto di vista economico, organizzativo e strategico. Il tuo lavoro rimane sempre con te. Crederci è fondamentale, in sè stessi e nelle proprie capacità, è fondamentale riconoscere i propri traguardi e saperli apprezzare. Qualche volta è bello battersi una mano sulla spalla.
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