21 Aprile 2019
DONNA MODERNA | Professione Birraie
Addio allo stereotipo dell’uomo tatuato e con la barba. Alla testa dei birrifici ci sono loro, le donne: recuperano antiche ricette o decidono di coltivare la canapa per produrre nuove formule.
CARLA, CHE SOGNA UN BIRRIFICIO TUTTO SUO
Come in tutte le passioni esistono anche i colpi di fulmine. Per Carla Orgiana, di Orroli (CA), la birra è stato amore a prima vista. «Mi sono appassionata studiando Scienza dell’alimentazione a Perugia, poi visitando un impianto mi ha affascinato la produzione, con tutte le analisi chimiche e microbiologiche che la precedono» racconta.
Dopo la laurea è ritornata in Sardegna e qui non ha smesso di seguire corsi, fino a decidere di ripartire di nuovo. «Mi interessava frequentare a Padova la scuola per birraio artigianale (dieffe.com), così mi sono trasferita a Treviso, dove ho trovato un impiego per mantenermi.
Oltre alle lezioni, il programma prevedeva 200 ore di lavoro in un birrificio. Io ho fatto il tirocinio da Acelum, vicino ad Asolo, e quando ho finito mi hanno assunta».
Non lo sapeva ancora, ma c’era qualcuno che aveva bisogno di lei. «Mi ha contattata il birrificio Isola di Thiesi, in provincia di Sassari, e dal 2017 sono la loro birraia e mi occupo di tutta la fase di produzione: elaboro le ricette, preparo il malto, lo macino, imbottiglio e lavo i serbatoi». Tutto da sola? «Mi aiuta un ragazzo oppure, visto che a volte devo fare i conti con operazioni in cui occorre avere forza, adotto delle soluzioni: i sacchi di malto, per esempio, pesano 25 chili e io per riuscire a trasportarli anche da sola li dimezzo. Mi danno una mano anche per la macinatura perché il mulino è un po’ alto e io sono piccola». Il sogno di Carla è di aprire un birrificio tutto suo e di concludere la “gavetta”. Lei, dopo tutti questi anni, si sente ancora una che impara.
FONTE: Donna Moderna
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